La stimolazione cognitiva consiste in un intervento volto al benessere complessivo della persona per incrementare la riattivazione di competenze indebolite, rallentandone così la perdita funzionale. Il razionale alla base di tale attività è il concetto di plasticità neuronale, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi sia strutturalmente che funzionalmente, adattandosi così alle richieste ambientali. La letteratura ha dimostrato come anche il cervello dell’anziano sia soggetto a tali fenomeni di modellamento, per cui un allenamento cognitivo mirato è in grado di favorire un miglior adattamento e mantenimento funzionale delle competenze. Nello specifico l’invecchiamento conduce a cambiamenti su più livelli, da un punto di vista cognitivo, a causa delle modificazioni strutturali e funzionali del cervello, vi sono per esempio una riduzione della velocità di elaborazione e difficoltà mnestiche, soprattutto negli aspetti più complessi e strategici della memoria, ovvero quelli a carico dei lobi frontali, più sensibili al progredire dell’età. Per tale motivo all’anziano risulta più difficile rievocare autonomamente un ricordo, in particolare se recente, piuttosto che riconoscerlo tra alcune opzioni presentate. Anche la capacità di apprendere nuovo materiale risulta più debole, soprattutto se ricco di informazioni differenti che devono essere organizzate ed integrate (memoria episodica recente), mentre viene meno colpita la capacità di rievocare i ricordi del passato remoto (memoria episodica remota). La memoria di lavoro è una delle abilità più colpite e consiste nel mantenere delle informazioni in mente per poter svolgere delle operazioni. Inoltre, si osservano effetti (dovuti all’invecchiamento) anche sulle abilità attentive e sulla capacità di pianificazione ed esecuzione di attività finalizzate. Infatti, anche le funzioni esecutive subiscono un calo, in particolare nel controllo inibitorio, programmazione, pensiero astratto e flessibilità cognitiva. Tutto ciò incide negativamente con la capacità di adattarsi ad eventuali cambiamenti, rimanendo ancorati a routine prestabilite. Inoltre, ci sono anche modificazione sociali dovute ad esempio al pensionamento che richiede una riorganizzazione della propria giornata, vengono infatti a mancare routine stabilizzate nel tempo, l’opportunità di sentirsi produttivi e di avere contatti sociali, sia a causa del pensionamento, sia per la perdita di persone conosciute. Vi è quindi un maggior rischio di perdita di contatti sociali e isolamento. È quindi necessario dare l’opportunità alle persone di sentirsi attive ed in grado di apprendere nuovi strumenti per promuovere il proprio benessere in questa fase di vita ricca di cambiamenti. Infatti, l’avere delle difficoltà non significa necessariamente aver perso una determinata competenza. Gli anziani, inoltre, sono estremamente sensibili a tutti questi cambiamenti e malgrado ci siano molti aspetti che “funzionano” ancora bene, spesso sono pessimisti rispetto alle proprie capacità e potenzialità. Tutto ciò in molti casi si ripercuote in senso negativo sul tono dell’umore, sul proprio senso di autoefficacia e sulla messa in atto di strategie.
Tale parte, quindi, andrà a lavorare su diversi livelli:
- Metacognitivo: all’inizio di ogni incontro verrà spiegato il funzionamento dell’abilità che si andrà a stimolare e come tale competenza si esprime nella vita quotidiana. Oltre alla conoscenza della funzione verrà sottolineato ciò che interferisce negativamente con essa e ciò che invece la favorisce. Lo scopo è quello di dare gli strumenti per comprendere il funzionamento di ogni abilità e capire come agire per diminuire le proprie difficoltà.
- Cognitivo: verranno presentate delle attività strutturate da svolgere in gruppo al fine di allenare tutte varie capacità cognitive. Nello specifico il primo livello sarà maggiormente incentrato sulla memoria e le abilità che la influenzano (sensi, attenzione, linguaggio). Mentre il secondo ed il terzo comprenderanno tutte le abilità cognitive (attenzione sostenuto/ selettiva/ alternata e divisa, linguaggio, prassie, controllo inibitorio, pianificazione, risoluzione di problemi, memoria di lavoro ecc..). All’inizio ed alla fine degli incontri verranno inoltre forniti degli esercizi non standardizzati per avere un livello individuale di partenza con il quale il singolo partecipante potrà confrontare le proprie prestazioni alla fine del percorso.
- Psicologico: durante gli incontri si lavorerà indirettamente anche sull’aspetto psicologico. Attraverso l’insegnamento di strategie applicabili nella vita quotidiana; si dovrebbe ridurre l’ansia e lo stress provati da ciascuno all’apparire delle difficoltà; rinforzando così la stima e la fiducia in sé. Inoltre, il lavoro in gruppo è fondamentale per creare un clima ludico e di cooperazione in cui ogni singolo partecipante possa riconoscere le proprie difficoltà nell’altro.